giovedì 2 settembre 2010

7 - LA CARITA' DI NUCCIA

Nuccia amava questo mondo con i suoi rumori, i suoi respiri, i suoi profumi. Amava molto la natura, il profumo dei fiori, dei frutti, i sapori dei cibi, che Anna e la sua mamma le facevano sempre odorare. Era sempre allegra, pronta all'umorismo, al realismo, al buon senso, attenta, aveva un’estrema sensibilità verso gli altri. Dio ha compiuto grandi cose in questa creatura e l'ha dotata di doni meravigliosi: amore per la preghiera, docilità e obbedienza totale alla sua volontà, carità senza limiti.

In Nuccia ogni azione, ogni gesto, ogni parola erano come arricchiti e plasmati dalla carità. Il sorriso sempre sulle labbra era come una garanzia di gioia che alimentava la sua vita. Viveva la perfetta letizia, perché sapeva che la vita è dono e deve essere vissuta come dono, anche se accompagnata dal sacrificio, dalla rinuncia e spesso dal dolore. Lei rivela: “Grazie, Signore, per il dono della vita, grazie, perché mi hai predestinato alla croce, unendomi a Cristo nel dolore e ai fratelli nel vincolo indissolubile dell’amore”(Testamento spirituale). “Nel mio prepotente bisogno di amore e di protezione, mi sono rivolta al Crocifisso… Vicino a Te, o Gesù, non mi lamento, non mi annoio, anzi ringrazio l’Amore (Te, Gesù,) di avermi crocifissa per amore” (Diario-Testamento prima del 1980). “Contemplando il Crocifisso con amore, ho sempre trovato la pace, il coraggio di andare avanti”. “Grazie per aver fatto di me il tuo corpo, la tua dimora, l’oggetto prezioso del tuo amore compassionevole” (2° messaggio autobiografico). “Voglio ringraziarti in modo particolare per il dono dell’immobilità, che è stato per me una vera scuola di abbandono, di umiltà, di pazienza e di gratitudine” (Testamento spirituale).

Alla scuola del Crocifisso Nuccia ha la grazia di essere consapevole che c’è solo una misura per valutare la vita umana: l’amore. “Noi possiamo scommettere sulla carità: cioè credere che l’amore è la forza più grande del mondo e che la verità non salva se non si volge all’amore, alla carità”(messaggio sul mese di maggio). Per lei la parola “amore” e la parola “carità” coincidevano e avevano questo significato: l’amore con cui Dio ama l’uomo, riversato nel suo cuore, per la forza dello Spirito Santo lo spinge ad amare Dio e gli altri con il cuore stesso di Dio.

Per Nuccia non c’era una vera separazione tra la vita di fede e la vita sociale. Nel suo “Testamento Spirituale”, rivogendosi ai suoi amici: “Insegnate…l’amore con la vostra stessa condotta… Ricordate che dall’amore (gli altri vi) riconosceranno che siete di Cristo; solo dalle opere buone molti saranno indotti a credere in Dio Amore. Solo l’amore salva. E un giorno tutti saremo giudicati sull’amore. Pregate allora perché il Signore vi riempia del suo amore e vi rivesta dei suoi stessi sentimenti, per impiegare il vostro tempo fruttuosamente, lavorando nella vigna del Signore per l’edificazione del Regno”.

In una sua preghiera scrive: “Gesù, mio grande amore, con la tua vita mi hai insegnato l’amore. Il tuo comando è un comando d’amore. Al vespro della mia vita mi esaminerai sull’amore. Sento in me un desiderio di amore universale. Fa, Signore, che mai tradisca l’amore, fa che cammini per il mondo, seminando l’amore, fa che tutti incontrino in me una discepola dell’amore”.

Sì, Nuccia era divorata da questa sete di amore. Soleva dire: “Se non brucio d’amore, molti morranno di freddo” ! Quest’amore partiva da Dio e raggiungeva tutti, soprattutto gli ultimi. E tra gli ultimi in modo particolare Nuccia aveva a cuore i fratelli ristretti in carcere. Per essi ha scritto più messaggi a Radio Maria. Con almeno 10 di essi e con i loro familiari ha avuto lunghi rapporti epistolari. Parole di incoraggiamento, di preghiera, di consiglio, ma anche all’occorrenza aiuto materiale.

Mi piace ricordare a questo punto due brevi messaggi rivolti agli ultimi:
1° messaggio: “Gli occhi del Signore sono sempre rivolti agli ultimi, a coloro che gli uomini spesso trascurano, ignorano, considerano poco, perché sono piccoli, malati, talvolta scomodi, anziani, poco belli di aspetto, emarginati.
Chi si sente ultimo non si avvilisca per come si comporta il mondo, sappia che è primo proprio davanti a Dio, che compie meraviglie. Lo dice la Madonna nel Magnificat: Ha rovesciato i potenti dai troni e ha innalzato gli umili; gli umili che sono gli ultimi”.
2° messaggio: “ Miei cari, con umiltà desidero ancora entrare nelle vostre case, con la speranza di poter far breccia nel vostro cuore, sollecitando la vostra coscienza e sensibilità ad aiutare i poveri, gli emarginati, i bisognosi, i ragazzi e le ragazze in difficoltà, le famiglie disgregate. 




Ricordiamoci che c’è più gioia nel dare che nel ricevere, e questo deve spingerci a prodigarci quotidianamente e con gioia in numerose e piccole azioni di amore verso coloro che hanno ricevuto dalla vita assai meno di noi.
Esiste la povertà della solitudine e dell’abbandono; c’è la povertà di chi non sa perché vive e perché deve continuare a vivere, la povertà di chi è disperato, il disagio di chi ha figli disabili, oppure la triste sorte di figli che sono orfani di affetti famigliari, ragazzi che vivono vagabondando in mezzo ai pericoli per le strade del mondo. Tutte queste sono situazioni di disagio, che prendono il nome di nuove povertà spirituali e materiali.
Non state a guardare, prodigatevi concretamente, non zittite la vostra coscienza, facendo un’elemosina o regalando il superfluo. E’ un primo passo, ma non basta. Impegnatevi ad intervenire con amore e delicatezza a risolvere i problemi di queste creature. Il Signore vi ricompenserà in abbondanza…!

O mio Gesù, Tu hai guardato con occhio di predilezione gli afflitti, i poveri, i sofferenti, i diversi. Hai riversato in loro i palpiti più teneri e compassionevoli del tuo Cuore e hai detto (Matteo 5,4): beati gli afflitti, perché verranno consolati e avranno un posto speciale nel mio Regno. E’ per questo che ti affido tutti gli afflitti, tutti i sofferenti, tutti coloro che piangono. Ti affido la mia sofferenza e la sofferenza di tutti: la metto ai tuoi piedi, affinché Tu possa far cadere una sola goccia del tuo Sangue preziosissimo, per guarire le nostre paure, le nostre angosce, le nostre ferite e placare la tempesta che a volte c’è nei nostri cuori. Rimani al nostro fianco e sostienici; riempi il nostro cuore d’amore…”.

L’amore riempiva la vita di Nuccia. “Spesso, durante la preghiera, dicevo: - O mio Gesù, fa che le mie braccia diventino lunghe lunghe per poter arrivare in quelle terre lontane e porgere una carezza, un sorso d’acqua… Ora, con la venuta di Radio Maria nella mia casa, si è avverato questo mio desiderio, questa mia brama d’amore”.
“A volte dico: - O Signore, ho bisogno di amare, perché so che vi è gente più povera di me, meno istruita di me, peggio alloggiata, meno riscaldata, meno pagata, meno nutrita, meno accarezzata, meno amata. Perciò, Signore Gesù, fa che questa mia voglia di amare arrivi al cuore di queste persone, le trasformi e le redima, fa che il tuo amore penetri in tutti gli uomini”.

“Voglio abbracciare, in uno sguardo pieno d’amore, tutto il creato e benedirti, ringraziarti per ogni cosa, opera delle tue mani”.“La mia ultima preghiera vuole essere un magnificat, un’esplosione d’amore e di gioia, per le meraviglie, che Tu, Signore, hai operato nella mia vita”. “Siate lieti sempre, ragazzi, per questo dono della vita e della libertà; sappiate riconoscervi creature, nate per vivere nell’amore”. “La carità per il prossimo non va mai in ferie”. Perciò, “Spargete a piene mani il seme della speranza e dell’amore!” “Chiediamo insieme al Signore Gesù, che è ricco d’amore e di misericordia, di guarire il nostro cuore, il nostro egoismo, e di darci un cuore nuovo, grande, generoso. Amen”.

1 commento:

Padre Pasquale Pitari ha detto...

L'amore di Nuccia ha raggiunto l'apice nel farsi VITTIMA D'AMORE per i sofferenti e i lontani.