Con letizia spirituale domenica 26 gennaio 2014, in occasione del 17° anniversario della pia morte della Serva di Dio Nuccia Tolomeo e del 4° anniversario della conclusione dell'Inchiesta diocesana per la Causa di beatificazione, tanti suoi amici si sono ritrovati nella Chiesa del Monte in Catanzaro, dove nella cappella del Crocifisso sono riposti i suoi resti mortali, per fare memoria della sua straordinaria esperienza spirituale. Padre Pasquale Pitari, autore della Positio sulla vita e le virtù di Nuccia, già depositata presso la Congregazione dei Santi, ha guidato e animato l'incontro. Per circa 30 minuti sono state ascoltate alcune testimonianze di grazie, alcune veramente prodigiose.
La signora Beatrice Talarico ha letto la sua testimonianza: "
"Mi chiamo Beatrice Talarico e ho 44 anni. Sono madre di due
figli meravigliosi: Barbara di 19 anni e Salvatore di 14. Esattamente 8 anni fa
il mio matrimonio finì e io con coraggio mi dovetti rimboccare le maniche e
iniziare a lavorare presso ammalati di cancro, persone sole e anziane. Amo
aiutare gli altri, lo sento nel cuore. Vedo in ogni disperato Gesù crocifisso.
E non posso farne più a meno.
Otto mesi fa, a causa di una persona furba e cattiva, che mi
fece del male, persi di colpo il lavoro. Invano cercai. I tempi erano tristi. Una mattina, però, mi ritrovai nella chiesa del Monte, dove
è sepolta Nuccia Tolomeo. Mi inginocchiai davanti la sua tomba e invocai la sua
intercessione presso Dio perché trovassi lavoro. Glielo chiesi piangendo. Ebbi la
fiducia che sarebbe successa qualcosa. E, infatti, dopo due giorni una ragazza mi contattò invitandomi
ad assistere il padre, un ammalato terminale. Per 2 mesi l’ho assistetti, soprattutto
la notte. Alla sua morte, solo dopo 3
giorni, ricevetti tante chiamate per assistere altre persone bisognose. Da
quando ho invocato Nuccia Tolomeo, ho sempre lavorato e sono soddisfatta e
serena. Grazie alla sua intercessione, Dio mi ha esaudita. Oggi voglio dire a tutti di pregarla, ponendo fiducia in Dio
che è misericordioso: le grazie arriveranno. Lode al Signore".
Poi il Signor Francesco Gioffré ha letto la sua testimonianza di guarigione da un tumore al cervello:
"Sono Francesco Gioffrè. Sono nato il 2 gennaio 1962 in una
piccola comunità montana, Mongiana, da genitori umili e devoti, dai quali ho
ricevuto un’educazione religiosa, da cui non mi sono mai discostato, nonostante
alcune vicissitudini dolorose della mia vita. Sono felicemente sposato con
Maria Teresa Condina dal 1988 e ho due splendidi figli, Nunzia e Raffaele
Michele.
Da ragazzo, dal piccolo paese in mezzo alle Serre dovetti
trasferirmi a Vibo Marina, dove mio padre aveva trovato lavoro. Frequentai le
scuole superiori a Vibo Valentia e, conseguito il diploma di perito chimico,
ebbi la fortuna di accedere a un corso per tecnici di laboratorio medico.
Conseguito il titolo, girovagai per tutta l’Italia per cercare di inserirmi nel
mondo del lavoro. Alla fine riuscii a collocarmi presso l’Ospedale Pugliese di
Catanzaro come tecnico di laboratorio analisi e qui ebbi la fortuna di rincontrare
Padre Pasquale che aveva guidato i miei primi passi nella fede, quando studiavo
a Vibo negli anni ‘80.
La mia vita trascorreva serena e tranquilla, fin quando
qualcosa di brutto scombussolò la mia vita nell’agosto 2011. In seguito a un
live malore mi sottoposi a degli accertamenti e, alla fine, mi venne
diagnosticato un tumore al cervello, uno dei tipi peggiori, uno che non lascia
scampo, un glioblastoma.
Con la mia fede quotidiana pensavo che mai potessi essere
sottoposto a questa prova. Lavoravo in ospedale coscienziosamente al servizio
degli altri e mai pensavo che gli altri ora dovessero lavorare per me. Il
problema era serio e c’era da intervenire immediatamente. Potevo spostarmi in
altri centri, ma ebbi fiducia nei mezzi e nelle competenze dei nostri
neurochirurghi, il dottore Ceccotti in particolare. In quel triste frangente mi affidai a chi aveva richiamato
in vita Lazzaro, aveva ridato la vista ai ciechi e l’udito ai sordi. Non era un ricorso
occasionale a Lui dettato dalla disperazione del momento, perché quotidianamente
in Lui ho riposto le mie speranze e su Lui ho fondato le mie certezze. Mi
davano la forza di andare avanti i miei figli Raffaele Michele di 6 anni e Nunzia, appena maggiorenne e mia
moglie Maria Teresa. Mio fratello Giuseppe mi è stato sempre accanto come se
fosse la mia ombra. Prima dell’intervento Padre Pasquale invocò su di me la
benedizione di Dio, mi fece la Comunione con il Signore Gesù e mi affidò alle
preghiere della Serva di Dio Nuccia Tolomeo, dandomi pure una sua immagine
perché la pregassi. Alla sua intercessione affidai la mia speranza di guarigione.
Bisognava sradicare il male dal cervello. Affrontai il
rischioso intervento chirurgico ponendomi nelle mani del dottore
Ceccotti. Mi risvegliai, rividi la luce del sole e riconobbi le tante persone
che mi circondavano. Questo fu l’inizio del miracolo. Non persi tempo a
ringraziare il Signore, la vergine Maria e la Serva di Dio Nuccia Tolomeo, alla
cui intercessione mi ero affidato. Seguii le terapie del caso, che continuano
anche al presente. Intanto io ho ripreso le vecchie abitudini e sono ritornato
a lavorare nel laboratorio analisi dell’Ospedale.
La mia fede si è ulteriormente rafforzata e devo ringraziare
tutti coloro che mi sono stati accanto con le loro premure e le loro preghiere.
Ringrazio mio cognato Cosimo che mi ha seguito durante l’intervento e mio
cognato Vittorio che mi ha accompagnato ogni giorno a fare la radioterapia.
Ringrazio il reparto di radiologia per la diagnosi celere e precisa, e tutti i
miei cari, gli amici, i colleghi che mi hanno sostenuto con affetto.
Ringrazio particolarmente Padre Pasq uale per l’incoraggiamento, per i sacramenti offertimi e per avermi
fatto conoscere Nuccia Tolomeo, donna straordinaria, certamente già santa agli
occhi di Dio, a cui dal tempo dell’intervento ricorro nelle mie preghiere
quotidiane.
L’esperienza che oggi racconto dovrebbe servirci da sprone
per riconciliarci e avvicinarci a Dio,
noi che spesso viviamo del solo materiale e dell’effimero. Confidiamo in ogni
frangente della vita nella intercessione della Vergine Santissima e di tutti i
santi di Dio. Possa il Signore elevare la nostra carissima Nuccia presto agli
onori degli altari, lei che considero colei che ha perorato la mia guarigione
prodigiosa. Oggi sono passati due anni e mezzo dall’operazione e sto bene. A
lode di Dio".
Nell'intermezzo è stato proiettato il testamento spirituale di Nuccia.
Durante la santa Messa, al momento dell'omelia, Padre Pasquale ha fatto una rilessione sul testamento di Nuccia...............
Il coro della Santissima Trinità ha animato la liturgia.
Alla fine della Santa Messa l'assemblea ha elevato a Dio la preghiera per ricevere grazie e per la glorificazione di Nuccia. (Cliccare sul riquadro)
Il coro della Santissima Trinità ha animato la liturgia.
Alla fine della Santa Messa l'assemblea ha elevato a Dio la preghiera per ricevere grazie e per la glorificazione di Nuccia. (Cliccare sul riquadro)
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